Dogecoin debutta a Wall Street con il primo ETF spot

Nata come una parodia di Bitcoin, Dogecoin sbarca sul New York Stock Exchange con l’ETF spot GDOG. Un evento cruciale per l’asset, che entra in un mercato regolamentato e potenzialmente ricco di capitali, in un momento delicato per il settore crypto.

Logo Dogecoin e scritta ETF

La crypto-meme Dogecoin fa il salto nella finanza tradizionale con l’ETF spot GDOG

Incredibile ma vero, Dogecoin entra a Wall Street

Il 24 novembre 2025 ha segnato un passo miliare per Dogecoin verso la finanza tradizionale. Alle 15:30 ore italiane il New York Stock Exchange ha aperto le contrattazioni sul primo ETF spot sulla criptovaluta, il GDOG, lanciato dal gestore Grayscale.

Da oggi gli investitori possono ottenere esposizione a Dogecoin tramite un normale conto broker, senza dover passare da un exchange crypto. È lo stesso percorso già intrapreso dagli ETF su Bitcoin, Ethereum e Solana. Gli Authorized Participant versano denaro o crypto, il fondo acquista token $DOGE reali e le quote sono scambiate su NYSE Arca in un contesto regolamentato e trasparente.

Il debutto di GDOG avviene in un periodo difficile per il settore: gli ETF su Bitcoin hanno registrato quasi 4 miliardi di dollari in riscatti nell’ultimo mese e il sentiment di mercato resta negativo. Tuttavia, i nuovi ETF su asset più volatili tendono a suscitare interesse proprio nelle fasi di ribasso, quando gli investitori cercano opportunità in vista di un possibile reset del mercato.

Una criptovaluta nata per gioco

Ora, che una meme coin approdasse sulla seconda borsa più importante al mondo era piuttosto impensabile. Stiamo proprio parlando di Dogecoin, creata nel 2013 come parodia delle criptovalute e resa iconica dal suo testimonial, il cane Shiba Inu che guarda imbarazzato verso l’interlocutore.

Altrettanto famoso – e di sicuro l’artefice del suo successo – è stato il sostegno di Elon Musk, che si ribattezzò “The DogeFather“. Tutto il resto è storia, e oggi $DOGE è decima nel comparto crypto, con circa 22,2 miliardi di dollari di market cap. Alcuni hanno gridato allo scandalo: com’è possibile che una borsa così blasonata permetta questo?

Ma la verità è che sono quotati ETF più volatili di Dogecoin. Le autorità di mercato non valutano infatti la bontà di un asset, ma si concentrano sul fatto che il prodotto sia legale e non esposto a manipolazioni. Con l’ETF spot comincia quindi una nuova era per Dogecoin, che passa dalla cultura meme ad asset capace di richiamare capitali istituzionali. Il volume della domanda sarà noto solo nelle prossime settimane, condizionato dalle condizioni della macroeconomia e, di riflesso, dall’atteggiamento degli investitori.

Nino Lucchesi, l'autore di Truffa.net
Nel mio lavoro quotidiano ho un solo e unico obiettivo: evitare che i lettori possano incappare in truffe o raggiri online.
Scritto da: Nino Lucchesi