Dopo i 157,4 miliardi di euro raccolti nel 2024, nuovo record assoluto per il gioco pubblico legale in Italia, l’industria del gaming nostrano si interroga sulle ulteriori possibilità di sviluppo del settore. Il sorpasso del gioco a distanza su quello fisico, atteso da qualche anno, si è finalmente materializzato, ma il comparto retail è destinato a rimanere un asset importante.

La crescita del gioco online e le prospettive del settore per il 2026
Settore gioco in Italia: i record del 2024
Lo stato di salute dell’industria del gioco pubblico, in Italia, appare sempre più roseo. I numeri che ha espresso il 2024 costituiscono un record assoluto per il settore, ma l’espansione non sembra prossima al termine della sua corsa. O, almeno, le caratteristiche di questa crescita regalano motivi per pensare che il 2026 possa portare nuovi traguardi e aggiornare i primati da poco raggiunti.
I numeri dell’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) dicono che la raccolta globale è stata, nel 2024, di €157,4 miliardi. L’anno precedente aveva toccato i 150 miliardi, dunque già sul turnover la crescita si aggira intorno al 5%. La situazione sembra ancora più promettente per alcuni comparti, come quello delle scommesse online. Qui, il dato-chiave è quello della spesa, ovvero il denaro effettivamente perso dai giocatori.
Il GGR (Gross Gaming Revenue) delle scommesse online nel 2024 si è attestato su €1,6 miliardi, con una crescita del 6,7% sul 2023. La crescita maggiore delle scommesse sportive online è solo un segnale di qualcosa di più grande. Parliamo del sorpasso del gioco a distanza ai danni di quello fisico, atteso per anni e materializzatosi nel 2024, con il 58,5% delle scommesse avvenuto online.
Il prossimo futuro e l’incognita della pubblicità
Il sorpasso a cui si è appena accennato rappresenta sì un evento storico, ma appare altrettanto chiaro che non si andrà verso una totale sostituzione. Il gioco fisico rimarrà un asset fondamentale, perché collima con abitudini radicate negli italiani ed è alimentato dalla diffusione sempre capillare dei punti vendita. Ciò detto, diventa urgente il riordino del gioco fisico.
Tale riforma, già rinviata al 2026, è intimamente legata anche a un’altra questione di importanza cruciale. Parliamo della possibile abolizione del divieto di pubblicità al gioco e alle sponsorizzazioni sportive, contenuto nel Decreto Dignità. Da quando si è insediato il Governo Meloni se ne parlava e, in tal senso, la risoluzione approvata in Commissione Cultura del Senato nel marzo scorso sembra il primo step di un percorso ancora lungo.
Attorno a questo gira l’immediato futuro del settore, che non può comunque perdere di vista la sostenibilità e l’attenzione alle ricadute sociali. Le previsioni parlano di una raccolta da 170 miliardi nel 2026, con il gioco online al 62% del totale e oltre 5 milioni di giocatori digitali. Il sistema delle nuove concessioni ha richiesto investimenti ingenti agli operatori e un ritorno alla pubblicità è più che possibile, seppure con restrizioni.