Poker online e liquidità internazionale: si può fare oppure no?

Il poker online legale è nato ufficialmente in Italia nel 2008, riservato ai soli residenti nel nostro paese, ma da parecchi anni ci si interroga sulla possibilità di aprire alla liquidità internazionale. Oggi, in un momento cruciale per il riordino del gioco online in corso, l’argomento è tornato di gran moda. Vediamo quali sono le opportunità e i possibili pericoli.

Fiches, carte e dadi

Il poker online apre alla liquidità internazionale? Ecco le opportunità e i potenziali pericoli.

Poker online: cos’è la liquidità internazionale

Dal 2008, l’Italia ha legalizzato e normato il poker online, in un mercato regionale chiuso, riservato cioè ai soli residenti nel nostro paese. Dopo i primi anni di boom, e un periodo in cui il „modello italiano“ ha fatto anche scuola in altri paesi europei come felice esempio di regolamentazione, il bacino d’utenza ridotto ha tuttavia mostrato tutti i suoi limiti.

Nel 2017 l’Italia si era fatta promotrice di un accordo di cosiddetta liquidità condivisa, ovvero l’unione di quattro mercati regolamentati con Francia, Spagna e Portogallo. Nel giugno dello stesso anno si era avuta la firma del trattato proprio a Roma, ma il cambio di governo causò una virata a 180 gradi e il progetto era stato di fatto abbandonato dall’Italia, nonostante ne fosse stata promotrice.

Oggi l’argomento è tornato di moda, anche perché siamo in un periodo di riordino del gioco online, in cui le nuove concessioni costeranno 7 milioni di euro ciascuna, e dunque diversi operatori esteri potrebbero essere interessati ad entrare con le loro poker room, ma difficilmente lo farebbero con una liquidità limitata agli italiani. Per questo, negli ultimi mesi, la discussione si è riaperta.

Liquidità internazionale: vantaggi e svantaggi

Il dibattito è tuttora aperto, diverse audizioni si sono susseguite a Piazza Mastai, sede dell’ADM, Agenzia Dogane e Monopoli. Tuttavia, proprio il direttore Roberto Alesse, insediatosi poco più di un anno fa e che ha avuto l’indubbio merito di accelerare in maniera notevole in direzione di una riforma globale del gioco pubblico, si è recentemente espresso in maniera contraria sulla prospettiva di aprire alla liquidità internazionale.

Secondo Alesse, infatti, non ci sono al momento le condizioni per tutelare il possibile futuro mercato aperto, da pericoli di riciclaggio di denaro e dunque anche di infiltrazioni criminali. Certamente su questo versante si può lavorare per creare una cornice normativa comune, ma l’esperienza dice che mettere d’accordo i partner europei non è affatto impresa semplice, né tantomeno breve.

Le prospettive economiche sarebbero però davvero invitanti. Secondo alcune stime, il volume di affari passerebbe dagli attuali 175 milioni di euro annui a circa 300 milioni, con un conseguente surplus di 30 milioni annui solo per l’erario. Inoltre, un progetto come questo rilancerebbe il poker online, che nel 2011 era la principale voce del gioco a distanza con il 67% della spesa, mentre oggi è appena al 4%.

Nino Lucchesi, l'autore di Truffa.net
Nel mio lavoro quotidiano ho un solo e unico obiettivo: evitare che i lettori possano incappare in truffe o raggiri online.
Scritto da: Nino Lucchesi