Operazione DIA: coinvolte imprese nel settore giochi e scommesse

Una recente operazione della Direzione Investigativa Antimafia ha sgominato una serie di attività criminali, tra cui delle società fantasma che erogavano false fideiussioni, poi utilizzate anche da alcune aziende operanti nel settore giochi e scommesse. 18 gli arresti e 68 le persone coinvolte. Le accuse sono molteplici, e vanno dal traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione fino a diversi reati economico-finanziari.

Uomo in manette, logo DIA

False fideiussioni anche ad aziende del settore giochi: la maxioperazione DIA

DIA: bloccate false fideiussioni anche nel gaming

Un’importante operazione della DIA – Direzione Investigativa Antimafia, partita nel 2019 e conclusa nell’ottobre scorso, ha sgominato un sistema illegale che colpiva anche il settore del gioco pubblico. I Carabinieri del Comando Provinciale di Monza Brianza e la Polizia Penitenziaria hanno dato esecuzione a diversi ordini di custodia cautelare nei confronti di 18 persone, e perquisizioni anche nelle province di Milano, Pavia, Varese, Novara, Alessandria, Messina e Foggia.

I fatti riguardano una serie di attività messe in atto da due sodalizi criminali facenti capo alla ndrangheta, in particolare alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti. Nel primo caso, si trattava di un sistema di società fittizie, finalizzate all’emissione di fatture false e alla creazione di ingenti somme di fondi neri in denaro contante. Ma queste società avevano anche collegamenti col settore del gaming.

Nella fattispecie, il sistema riusciva a emettere e vendere false polizze fidejussorie, che venivano utilizzate da imprese operanti nel settore di giochi e scommesse. Le false fideiussioni servivano per adempiere a obblighi di legge, nelle procedure per l’ottenimento delle concessioni statali. Si tratta di garanzie che quelle società non avrebbero mai ottenuto, essendo prive dei requisiti di onorabilità o di solidità patrimoniale.

La sfida del Governo Meloni su gioco e legalità

Questa operazione della DIA ha permesso di recidere alcuni legami, con cui la criminalità organizzata cerca di infiltrarsi nei settori puliti dell’economia, tra i quali c’è storicamente anche il gioco. Anche per questo, il Governo Meloni ha puntato forte sulla legalità nella sua proposta di riordino del settore giochi all’interno della Legge Delega Fiscale approvata lo scorso agosto.

Quelle linee guida, all’insegna di maggiori tutele dei minori e dei soggetti più fragili, ma anche dell’inasprimento dei requisiti per ottenere concessioni da parte dello Stato, sfoceranno poi all’interno della Legge di Bilancio che dovrà essere approvata entro fine anno. Un altro ben noto obiettivo primario del Governo è però quello di tutelare il gettito fiscale derivante dal settore.

Dunque, la lotta all’illegalità nel gaming viaggerà sempre più su un doppio binario. Da una parte, requisiti più severi per evitare infiltrazioni criminali nel settore del gioco pubblico legale, dall’altro una intensificazione dell’attività di contrasto al gioco illegale, il cui volume di affari è stimato in circa 25 miliardi di euro all’anno, per lo più tutti sottratti al fisco.

Nino Lucchesi, l'autore di Truffa.net
Nel mio lavoro quotidiano ho un solo e unico obiettivo: evitare che i lettori possano incappare in truffe o raggiri online.
Scritto da: Nino Lucchesi