Truffa ai fedeli: rinviati a giudizio Gisella Cardia e il marito

Il confine tra la credenza religiosa e la superstizione può essere molto labile, soprattutto se si ha a che fare con persone deboli o impressionabili e, dall’altra parte, ci potrebbe essere chi decide di approfittare della loro buona fede. Pare sia accaduto proprio questo, nel caso della Madonna di Trevignano e della presunta veggente Gisella Cardia, ora nei guai.

Un rosario di legno con una croce, appoggiato su un tessuto di tela.

Gisella Cardia avrebbe alleggerito i “fedeli” di oltre 365mila euro

Madonna di Trevignano: i Cardia accusati di truffa

La vicenda che vi stiamo per raccontare ha davvero dell’assurdo, ma dice molto di quanto le persone possano diventare fragili a inganni e raggiri se in situazione di sofferenza, bisogno, ignoranza, o un po’ tutto insieme. Parliamo della cosiddetta Madonna di Trevignano e di questa presunta veggente, Gisella Cardia, che dal 2016 aveva iniziato a sostenere di ricevere messaggi dalla Vergine, a cui sarebbero seguiti diversi episodi che hanno fatto presa sulla gente.

Parliamo di sedicenti apparizioni, ma soprattutto trasudazioni, ovvero i cosiddetti fenomeni in cui da una statua raffigurante una figura sacra – nella fattispecie questa Madonna a Trevignano, in provincia di Roma – parrebbe lacrimare sangue. E poi messaggi vari, presunte scritte in aramaico contenenti messaggi da parte della Madonna e altro ancora. Dietro a tutto ciò, due coniugi oggi accusati di truffa aggravata.

Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, ha trasformato questa sedicente apparizione in un vero e proprio business, insieme al marito Gianni Cardia. I due sono stati capaci di attirare delle vere e proprie masse di fedeli verso il loro domicilio, detto “Campo le rose”, divenuto una sorta di luogo di culto, ma il problema sono i soldi che i due si sarebbero fatti donare con l’inganno da decine e decine di fedeli.

Decisivo il Genetista di Yara e Garlasco

La storiella stava funzionando alla perfezione, fino a che un “pentito” si è reso improvvisamente conto dell’inganno, dopo aver donato alla coppia circa 90mila euro. Da lì è partita un’inchiesta che è arrivata al recente rinvio a giudizio per i coniugi. Decisiva, per smontare il meccanismo messo in piedi dai Cardia, è stato il parere del famoso genetista Emiliano Giardina, già consulente per i casi di Yara e Garlasco.

Giardina ha concluso che il sangue “lacrimato” dalla Madonna apparteneva in realtà alla stessa Cardia. Le carte dell’inchiesta hanno svelato la metodologia messa in atto dai coniugi, che intimorivano i fedeli con messaggi che facevano presagire pericoli imminenti, come guerre e carestie, per indurli a donare. Secondo quanto inculcato ai fedeli, abbracciando il culto della Madonna di Trevignano si sarebbe potuto scongiurare ogni sciagura.

Negli anni, i Cardia hanno ricevuto tantissimo denaro, stimato in circa 365mila euro, in larga parte tramite raccolte fondi per una sedicente associazione intitolata alla Madonna di Trevignano, ma si trattava di soldi di cui i due disponevano a piacimento. I Cardia hanno acquisito terreni, box auto, persino una Mercedes da quasi 40mila euro. Ora, però, la festa sembra davvero finita.

Nino Lucchesi, l'autore di Truffa.net
Nel mio lavoro quotidiano ho un solo e unico obiettivo: evitare che i lettori possano incappare in truffe o raggiri online.
Scritto da: Nino Lucchesi